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Il grande Folk Week di Sidmouth
Venerd́ 4 agosto
E’ l’alba di una bella giornata e sembra che tutto prometta per il meglio… Ancora una volta mando la sveglia via cellulare alle h5,30 per JeanPier & Ferdy, alle h6,00 sveglia per Fil e alle h6,30 mi alzo dal letto… Appuntamento h7,00 da Regina per lasciare l’auto di JeanPier & Ferdy e poi alle h8,00 siamo da Tyna a Scanzo dove aspettiamo Fil ed andiamo all’aeroporto di Orio (Bg)… Si, è proprio una bella mattina di sole ed alle h10 saliamo su un Boeing 737 Ryan Air per il 4° tour in England della “F.B.A.” che culminerà nella nostra partecipazione al più grande Folk Festival del mondo: Sidmouth! Un sogno impossibile!!! E’ la prima volta di Ferdy all’estero con noi, Veronica appena tornata dalla sua vacanza in Croazia ha un po’ paura del viaggio in aereo e Stefano, anche lui per la prima volta in Inghilterra ed in tour con noi, sembra molto preoccupato mentre si trascina dietro il suo Fender jazz bass come ‘bagaglio a mano’ (!?!)… Purtroppo non c’è Mauro con noi: ci raggiungerà per il concerto del Woodland Hotel a Sidmouth… Alle h11,30 circa atterriamo nel grande e pulito aeroporto di Stansted: tra controllo documenti, ritiro bagagli e cambio valuta passa circa un’ora! Presentazione dei nuovi arrivati (Ferdinando e Stefano) ad Alan e quindi andiamo su di un pulmino bianco a 8 posti guidato da lui (a sinistra, ovviamente) a Market Deeping per alloggiare dai suoi genitori ed amici…
A un certo punto però Alan ci conduce attraverso strade di campagna, più piccole e strette, proprio come descritte dai grandi scrittori dei secoli passati: nonostante anche qui sia arrivata l’industrializzazione, ci sembra di essere in un film di un’altra epoca, e ci rendiamo conto di com’era la campagna inglese con le sue pittoresche colline, i filari di frassini ed aceri nelle banchine stradali, le grosse querce isolate nei campi, le macchie di salici, noccioli ed ontani lungo i fossi…
Poi dopo un rifocillante breakfast nella living room offerto dalla gentilissima mum di Alan, durante una partita di cricket che non schioda suo padre dalla ‘sua’ poltrona, andiamo a visitare il bel castello rinascimentale di Burghley, ex primo ministro della Queen Elisabeth I, ma purtroppo il maniero dai cancelli neri e le punte dorate è chiuso e così, dopo un giro nel grande parco pieno di daini ed aver tirato due calci a un pallone sul green con qualche bambino, andiamo nella meravigliosa cittadina medioevale di Stamford, dove entriamo in una stupenda ed antica libreria del centro (del 1560 circa!) e facciamo ‘shopping’ per infilarci infine a stravolgerci dalle risate in un tipico english pub bevendoci una very “old bastard” beer!!! Alle h17 circa torniamo nelle nostre tipiche ‘rooms’ per riposare un po’ e cambiarci prima di andare alla “Spinnig Wheel Tavern” di Baston, dove stasera h21 faremo un concerto senza fisarmonica (sigh!)… Il locale è in vero ‘old english style’, molto carino e ben tenuto, ovviamente la birra scorre a litri e noi ne approfittiamo, mentre prepariamo il piccolo impianto procurato da Alan e facciamo il soundcheck… Ceniamo tutti insieme in un grande tavolo con Eve, Andy e Leslie, una mia amica di Cassano degli anni’80 che ora abita a Peterborough, e che è venuta apposta a trovarmi e vedere la nostra esibizione con suo figlio Lyon ed una sua amica… Il concerto viene iniziato da JeanPier col baghèt accompagnato dal bodhràn di Ferdy con una inusuale intro per noi: “An dro 1789 + Breizh trad” poi attacchiamo La jument de Michaud ed in sequenza Merrily + Blarney, I alber a iè òlt (resa magica da Vero che strappa applausi a scena aperta), Galizian carol, Yaya, Willafjord + Barrowburn reel, Galeazz, Bourrées du Morvan, Prijon forte, Carneval de Lantz, Ol pàl, Brando set, Il cielo d’Irlanda, Hornpipes + Brenda… Il pubblico grida “more” ed applaude a lungo, così concediamo volentieri Dessèdass liber e Alter scottish set come bis, poi vendiamo un bel po’ di cd e ci rituffiamo nei discorsi interrotti prima del concerto bevendo pinte di birra tra grandi risate…
Morale: we arrived home very tired and fell asleep exhausted but happy!
Sabato 5 agosto
Dopo un’abbondante colazione inglese, allegra partenza della ‘truppa’ in direzione sud-ovest, verso il Devon: da Market Deeping è proprio un lungo viaggio… Torniamo a Stamford dove prendiamo l’A43 per Kettering, Northampton, Oxford, Swindon, poi la M4 per Bristol dove purtroppo incontriamo tutta London che va in vacanza: sembra l’esodo dei weekends in Italy, con ben poche differenze… L’autostrada è letteralmente intasata e spesso si procede a passo d’uomo, ma infine arriviamo a Bristol, una grande città di provincia nei pressi del confine col Galles del sud da cui è separata dal grande estuario del fiume Severn…
A un certo punto passiamo sopra il “Clifton suspension bridge”, un bellissimo ponte in pietra e mattoni dell’epoca vittoriana posto a strapiombo sulla stretta gola del fiume Avon, prima che questo si getti nel Severn…
Poi prendiamo più a sud la M5 in direzione Exeter, ma giunti a Cullompton deviamo per Honiton e infine vediamo le indicazioni di Sidmouth! E’vero! C’è!! Esiste!!! Ma noi proseguiamo tra gli spettacolari ups & down dell’East Devon: prima dobbiamo andare a depositare i nostri bagagli all’Hostel di Beer, che ci ospiterà per due notti…
Hostel YHA di BeerL’Hostel YHA di Beer sembra ‘la casa delle fate’: è un bellissimo e tipico ‘manor’ in pietra a due piani fuori terra, coi tetti spioventi ricoperti di tegole rosse e gli abbaini… Situato in cima ad una collina boscosa, per arrivarci bisogna fare una strada un po’ tortuosa e piena di curve… Il suo interno è in legno ben stagionato e rivestito di moquette, gli arredi sono essenziali e funzionali… Una volta giunti sulla sommità, ci si trova nel green con altalene, scivoli ed altri giochi per bambini; il panorama a 360° sulle colline ed i boschi circostanti è bellissimo, e nelle belle giornate si vede anche il mare! Noi ‘Gents’ prendiamo subito posizione in un grande camerone al primo piano, mentre Vero è destinata, da sola, in una ‘Ladies room’…
Dopo esserci lavati e cambiati andiamo, finalmente, a Sidmouth, caratteristica e pittoresca cittadina di villeggiatura incastonata in un piccola baia della ‘gessosa’ Manica; il suo centro è pieno di pubs ed hotel celebri in Inghilterra ed i più importanti si affacciano sul chilometrico lungomare… Il Folk Week è giunto quest’anno alla 52^ edizione: vi sono moltissimi concerti, workshop e conferenze, stages ed esibizioni di danze, costumi e tradizioni e tutto ciò che è ‘Arte folk’ da ogni angolo del mondo, anglofono soprattutto, e bisogna passare incredibili selezioni per parteciparvi… Ma soprattutto qui hanno suonato, e suonano, TUTTI i più grandi artisti del folk internazionale e solo adesso ci rendiamo davvero conto di essere nel programma ufficiale con nomi eccezionalmente famosi!!!
Il Woodland Hotel dove suoneremo stasera è un edificio antico tipicamente english, ovviamente very ‘old style’, tutto in legno dipinto di bianco e blu, coi tetti spioventi tra gli abbaini, coperto da sottili tegole di ardesia nera, rivestito al suo interno da moquette e tappeti e quadri d’epoca sui muri… Si trova un po’ defilato rispetto al centro e per questo ha un’aria un po’ più seriosa e tranquilla rispetto alla bolgia che regna sul lungomare e nel centro di Sidmouth… Chiudo gli occhi e penso che da un momento all’altro potrei incrociare l’ammiraglio Horatio Nelson (1758-1805) col suo tricorno nero, la giacca blu navy pluridecorata, calzoni e calze bianche e scarpe nere lucide con la fibbia argentata… E invece sulle scale incontro Martin Carthy, il più grande chitarrista folk inglese di tutti i tempi ed ora pure Patron del Folk Week… A momenti svengo: possiedo almeno una dozzina di dischi in cui suona questo ‘immenso’ musicista… Con molta emozione gli dico che sono un suo grande ammiratore e gli chiedo l’autografo sul primo pezzo di carta che mi trovo in tasca e mi dispiace di non aver avuto una macchina fotografica per riprendere il momento…
Dopo aver augurato il meglio a Martin ed essermi ripreso dallo chock, mi reco al soundcheck… La sala concerti del Woodland è una grande hall col soffitto interamente vetrato e perciò molto luminosa ed ha il pavimento in listoni di legno; tre lati della hall danno su un bel giardino curato con bordure di fiori e grandi alberi a confine; in un angolo della sala c’è un grande piano nero a coda (che Fil suona subito e ci propone una versione di ‘El bisogn de amar’ da fare in Beatles style) e subito vicino all’ingresso c’è il bancone bar con annessa biglietteria… Alle h20,30 cenetta frugale tutti insieme a base di hamburger, salsine varie, pane scuro, insalata e birra, e poi iniziamo il nostro concerto al “Woodland Hotel”Siamo in cartello da ormai molto tempo e per vederci e sentirci i molti convenuti sborsano la bellezza di £4 (pounds = sterline)… altro che quei ‘micragnosi’ in Italia! Tsz!!!

Intro molto speciale di JeanPier con una Suite de aires gallegas accompagnato dal ritmo del bodhràn di Ferdy, e via con La jument de Michaud, Lucky seven set, El bisogn de amar, Galizian carol… finalmente Mauro ci raggiunge durante il concerto, breve pausa, riattacchiamo con lui e, ovviamente, è tutta un’altra storia: è come avere attaccato il turbo… Snoccioliamo in fila ai presenti visibilmente estasiati: Yaya, Bellovesus, Galeazz, Bourrèes de Malicorne, Prijon forte, Tarantella set, Ol pàl, Brando set, La mia sciàta mòra, Je mene les loups, Il cielo d’Irlanda, Hornpipes & Brenda… Anche qui “more, more” in coro e grandi applausi degli astanti, quindi concediamo come bis Greenlands nel tripudio generale… Alcuni turisti ‘stranieri’ ci comprano diversi cd e ci chiedono quanti soldi vorremmo per andare in SudAfrica… ?!? Gente, non scherzate please, non sapete che c’è in giro aria di crisi?!? Ma questi dicono davvero e così ci scambiamo gli indirizzi… Robb de matt!?! La serata termina ‘in libertà’ per andare a vedere le altre più tardive notturne esibizioni del festival, ma dopo un po’ vado con Alan in un piccolo locale ’pakistano’ dove mangiamo una pizza e beviamo un paio di pinte con le sue amiche Diane e Lis... Infine, ad un orario convenuto, ci ritroviamo tutti all’appello ed Alan ci riporta in pulmino alla ‘casa delle fate’ sulla collina, dove crolliamo nei nostri letti a castello!

"Affacciati Giulietta..."
Domenica 6 agosto

Stupenda mattina con cielo azzurro e caldo sole ‘italiano’, big english breakfast e foto varie nel green dell’Hostel YHA poi, h10 circa, gita in comitiva sulla spiaggia sassosa di Beer, piccolo antico porticciolo di pesca della Manica: io e Vero abbiamo l’eroica idea di andare a piedi nudi fino al ginocchio nelle gelide acque del mare… ma quanto mai?!? Brrrrr!!! Ne usciamo ibernati ed Alan ci porta tutti a Sidmouth dove visitiamo un po’ la cittadina ed assistiamo agli spettacoli dei buskers nelle già affollatissime strade e le esibizioni di decine di bande di Morris men sui marciapiedi del lungomare… Ci rechiamo in seguito al grande tendone dove dozzine di bancarelle vendono strumenti, spartiti, dischi, cd, dvd, etc di questo genere: ci sono cose così particolari e rare e che non si saprebbe come e dove trovarne da altre parti! Tornati sul lungomare decidiamo di farci fare qualche altra foto di gruppo da mettere nel website a fine anno ed è qui che JeanPier riesce a circuire 2 giovani squinze, lì a vendere monili e carabattole, con le quali riesce pure a farsi fotografare… Keqü!!! Verso le 13,30 io, Alan, Stef, Mauro e Vero andiamo a mangiare fish & chips and beer sulla spiaggia sassosa, mentre JeanPier, Ferdy e Fil mangiano il loro frugale pranzetto tra le tombe nel prato della chiesa… ma non è ancora Halloween… ?!? Roba da thriller!!! Alle h15 circa mentre Mauro e Vero in piena digestione si arroventano al sole, Stef mi propone una nuotata nella Manica… Ci mettiamo in costume e ci tuffiamo senza pensarci su troppo, ma è troppo “gelida” e dopo qualche bracciata siamo già fuori ad asciugarci… Brrrrrrr!!! Verso le h17 andiamo tutti all’Hostel di Beer per lavarci e cambiarci e torniamo h19 per il soundcheck al Dukes Hotel… Il Dukes è uno degli Hotel ristrutturati più famosi, grandi e centrali di Sidmouth: la sua vasta corte piena di tavoloni di legno e panche si affaccia quasi a ridosso dell’arteria lungomare ed è situato nei pressi delle strade più frequentate del festival… Stasera ci vedranno, come minimo, migliaia di persone!!! Finito il soundcheck, Alan e Mauro organizzano per cena su un lungo tavolone di una sala interna, ma vicino all’uscita sul cortile, poi alle h21 circa cominciamo il nostro concerto al “Dukes Hotel”Il pubblico del DukesJeanPier ripete la sua nuova intro di Suite de aires gallegas sempre sorretto dal bodhràn di Ferdy, e partiamo ancora con La jument de Michaud, Merrily + Blarney, El bisogn de amar, Galizian carol, Yaya, Willafjord + Barrowburn reel, Galeazz, Bourrèes du Morvan, Prijon forte, Tarantella set, Ol pàl, Brando set, La mia sciàta mòra, Je mene les loups, Il cielo d’Irlanda, Hornpipes & Brenda… La folla viene ad applaudire a ridosso della pedana dove suoniamo ed i “more, more, more” in coro dei presenti ci caricano ancora come delle molle, quindi concediamo come bis Lucky seven set e Greenlands tra le ovazioni generali… Vendiamo ancora tanti cd ed i proprietari, molto contenti, ci dicono di ritornare quando vogliamo! E questi si che se ne intendono!!! Come ieri, la serata termina con ‘tutti in libertà’ per andare a girare un po’ e vedere quel che resta ormai del festival, ma io dopo aver firmato diversi autografi e dato a destra e manca molte stripes del nostro website, vado con Ann Neale, una nostra grande fan, ed il suo cagnolino a bere un’altra pinta… Poi al solito orario stabilito, ci ritroviamo tutti davanti al Dukes ed Alan ci riporta, ancora una volta stravolti ma felici, a dormire!

Luned́ 7 agosto

Pioggerellina e cielo plumbeo al nostro risveglio nell’Hostel di Beer… Mega english breakfast per riscaldarci, poi carichiamo valigie e strumenti sul pulmino e ritorniamo verso l’aeroporto di Stansted da Honiton lungo la A303, con tappa per visita e foto di gruppo nella mitica “Stonehenge”!!! Nessuna fotografia, per quanto bella sia, può rendere realmente l’effetto che fanno dal vero queste plurimillenarie e gigantesche pietre erette: doveva proprio essere un’antica cattedrale dell’Umanità!!! Ci aggiriamo per oltre un’ora (!) intorno al grande ‘cerchio magico’ facendo foto di ogni tipo sotto un cielo grigio e ventilato, che per fortuna tiene lontane le nuvole peggiori e gravide di pioggia pesante… Poi, dopo questo tuffo universal – spiritual – archeo – mistico, riprendiamo un po’ infreddoliti la strada verso London… Dopo Andover, deviazione a nord per Newbury e ad un certo punto ci imbattiamo in un incidente mortale sulla M4, per nostra fortuna avvenuto nella direzione contraria, con almeno 12/15 kmt di fila… Vediamo l’ambulanza, le auto di Scotland Yard ed il cadavere di un uomo disteso a terra sull’autostrada coperto da un lenzuolo bianco… che tristezza! E’ dura ma, anche se stracotti, arriviamo infine a Stansted e lasciamo tutti la moneta inglese dei vari resti al Captain Alan Jones, che salutiamo ancora una volta caldamente, prima di recarci al check-in per il volo di ritorno ad Orio dove arriveremo nel tardo pomeriggio…

Stonehenge magical ring
Maurix.

PS) il bilancio di questo tour è stato, come tutti gli altri del resto, molto soddisfacente per noi: a parte le ovvie idee e considerazioni personali, abbiamo portato a termine, ancora una volta e in un Paese dove siamo considerati molto più che a casa nostra, tre esibizioni indimenticabili della ormai leggendaria “F.B.A.” di fronte ad un pubblico, musicalmente parlando, tra i più competenti del mondo, uno scatolone da 100 cd quasi esaurito, decine di contatti in Inghilterra ed in altre parti del pianeta… Abbiamo dormito nella “casa delle fate”, abbiamo suonato ‘in cartello’ a Sidmouth, realizzando un sogno impossibile, e siamo uno dei pochissimi (?) gruppi italiani di musica celtica e folk ad avere una foto di gruppo a Stonehenge… dite niente Voi?!?

 

 
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