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Three days on tour in UK
Thursday October, 27
Sono le h5,30 e quasi tutto il mondo dorme ancora, più o meno profondamente, ma per noi della “F.B.A.” è la sveglia perché tra qualche ora partirà il nostro aereo per Londra Stansted: stasera abbiamo un concerto al Barn Folk Club di Baston, vicino a Peterborough nel Lincolnshire, e ci hanno detto che c’è il tutto esaurito (sold out!) già da qualche settimana! Va detto che in questa area dell’Inghilterra la “F.B.A.” è abbastanza conosciuta nell’ambiente del folk perché, tra l’altro, abbiamo già suonato a Stamford nel 2002 e a Market Deeping nel 2004, per cui abbiamo un buon seguito ed ogni volta che siamo da queste parti tornano volentieri a sentirci! Abbiamo organizzato questo nostro terzo tour in England e per la prima volta in Ulster (North Ireland) come tutti gli altri, e cioè con molta cura dei particolari: le prenotazioni dei voli sono infatti pronte da mesi, non abbiamo preso concerti in ottobre per non disperdere energie, e da tre settimane stiamo alzando tra di noi la pressione di questo raid.
Sinceramente sono un po’ preoccupato perché JeanPier non mi risponde: ha il cellulare spento da ieri sera e non è raggiungibile! Io non ho fretta perché ho meno strada da fare rispetto agli altri e quindi mi alzo alle h6,20. Inaspettatamente Jean mi telefona dicendomi che è già fuori dal cancello della cascina di Regina, che abbiamo stabilito come nostra base di partenza. Facciamo colazione insieme ed alle h7,04 partiamo per Orio al Serio (Bg) con Stefano che riporterà il mio ‘kangoo’ a Inzago (Mi). All’aeroporto di Orio troviamo Mauro con Tina, poi arrivano Veronica e sua mum, e poco dopo Filippo, Roberto e Valerio: FBA al completo! Dopo un’altra colazione, iniziamo le operazioni del check in per l’imbarco e Jean… non ha la Carta d’identità! Lucia, la sua fidanza, gliel’ha presa per fare una fotocopia per la richiesta di un mutuo ed ha scordato di restituirgliela! INCREDIBILE!!! Ma Valerio non si perde d’animo ed in contatto con EW (EthnoWorld Records, la nostra label) a Milano ed Alan in Inghilterra cercano combinazioni internet per portare Jean a Londra entro le h13,15 di domani! Non ci posso credere!!! Comunque noi altri dobbiamo andare: se davvero ci tiene, Jean, il più tenero ed ingenuo di tutti noi, in qualche modo tenterà di arrivare in Irlanda… da solo!!! Sull’aereo ci sediamo chi di qui e chi di là: questa brutta storia ci ha davvero smorzato l’entusiasmo! Il volo FR4193Y con Boeing 737 Ryan Air delle h10 parte in una bella mattina di sole, 15’ di ritardo poi finalmente si va… Le Alpi sono quasi senza neve, ma l’avevo già notato lo scorso anno e nel 2002: è un fatto che dovrebbe farci preoccupare tutti, ma veramente!!! Bella veduta del ramo del lago di Lecco, la Svizzera, la Germania ed infine l’immenso delta del Reno in Olanda… poi il grande Mare del Nord con i pescherecci a caccia…
Infine dopo un atterraggio “pesante”, verso le h12 siamo a London Stansted ed Alan Jones, il nostro mandolinista inglese, è lì ad attenderci: lo salutiamo come è giusto fare con un grande amico e parliamo della sfiga nera di Jean mentre passa quasi 1h per il ritiro del numeroso bagaglio… L’England come sempre è ben ordinata e pulita e, sotto uno straordinario caldo sole, oggi è bellissima: non sembra neanche di essere alla fine di ottobre. Partiamo verso Cambridge: nell’auto di Alan io e Roby e in una grande Kia 6 posti Mauro, Vale, Fil e Vero… Sosta in un grill che già conosciamo ed in seguito Alan ci conduce attraverso strade secondarie che ci fanno pensare a quanto fosse bella la campagna dell’Old England nell’800... Infine siamo a Market Deeping, dove Alan risiede, e ci rechiamo per il tea time alla villetta dei suoi genitori dove Mauro, Fil, Vale e Vero pernotteranno. Roby dormirà con Alan ed io, come l’anno scorso, a casa del buon Andy. Verso le h17 andiamo al Barn Folk Club di Baston dove ci attende l’organizzatore, Alan Wood, e dove facciamo quasi 1h di soundcheck. Nel frattempo ci raggiunge anche Diane, la quale ha già suonato con noi il flauto traverso ai concerts del Broadstairs Folk Week del 2002 ed è in grado di sostituire Jean (almeno nelle danze), per cui stasera avremo anche uno strumento a fiato! Poi torniamo nei nostri alloggi, ma non per riposarci: per prepararci ad andare al suggestivo ristorante “Tonino’s” nel cuore di Market Deeping, che Alan ha già prenotato da tempo. Tonino è originario di un paese vicino a Latina, ha un’ottima cucina e del gran buon vino rosso (mmmh!) e ci tratta come se fossimo Duchi! Finita la cena io ed Alan andiamo a prendere Ann Neale, la quale è venuta apposta da Norwich per vederci ancora una volta. Ann ci ha scoperto nel 2002 al festival di Broadstairs dov’era in vacanza nel Kent e da allora non si è più persa un nostro concerto: l’anno scorso ha addirittura attraversato l’Inghilterra per venirci a vedere al grande Fylde Folk Festival di Fleetwood! Saluti di rito e poi via di corsa a Baston dove al nostro arrivo troviamo la sala del Barn F.C. già piena di gente. La serata inizia con due brani folk suonati e cantati da Alan Wood (uno alla chitarra ed uno all’organetto), il quale poi ci presenta. Per l’occasione ho preparato un programma da far crollare i muri ed infatti impieghiamo molto poco a mandare il pubblico in visibilio. La “Jument, Galizian carol, I alber a iè olt, Merrily + Blarney, Yaya, Bellovesus”… Io presento come sempre da far ridere, con Vero ed Alan che mi correggono e mi prendono in giro, quindi anche tante risate oltre ad una valanga di buona musica. Tra l’altro sono molto contento perché la storia di Kevin O’Donnell, “Yaya”, l’ultimo brano che ho scritto in agosto a tempo di polka, e che abbiamo faticato non poco a preparare per questo tour, si dimostra una vera bomba! Dopo 35’ a ‘stracanna’, è il turno di un gruppo misto anglo-lituano e di un gruppo vocale di 5 coriste che cantano old songs con cori a cappella. Poi ancora la “F.B.A.” a chiudere la serata con un altro vero concerto di 1h! Siamo stanchi morti, ma radiamo al suolo il locale: “Galeazz, Tarantella set, Ol pàl, Bourreès du Morvan, Dessedàss liber, New brando set, Il cielo d’Irlanda, Hornpipes + Brenda, Tarantella occitana + Se’l canta”. Excellent, brilliant and fantastic si sprecano con beautifil and very, very good! Ancora “Greenlands” come bis per chiudere! Il nostro ego è molto solleticato: vendiamo dischi, regaliamo magliette, stringiamo mani di un sacco di nuovi amici tutti molto felici di noi! Poi finalmente a nanna perché siamo ‘brasati’ e domattina si va in Irlanda!!!
Il giorno dopo Alan Wood con un’e-mail inviata alle h7,37 ad Alan Jones scrive: “Hello Alan and any FBAs who may still be around: sincere thanks for putting on such a fantastic night for us at the Barn. I’m sure the festival in Ireland will be a memorable and great success. The quality of the musicianship and the good humour and vitality of the band was a joy. On behalf of everyone I would like to wish you all the very best and we look forward to future visits in the not too distant future. Bon voyage, Alan & Maggie.” Alan riuscirà ad inviarmi questa e-mail da mettere nel nostro website solo alle h20,58 di mercoledì 02/11.
Friday October, 28
Risveglio h7: in England ogni cosa è cambiata, piove a dirotto e tutto è grigio; purtroppo l’autunno si è ripreso la sua stagione. Faccio colazione con il tenero Andy e poi di nuovo a casa dei genitori di Alan, quindi tutti di corsa a Stansted to go to Ireland! Questa volta distribuiamo meglio il bagaglio tra di noi per non pagare surplus di peso, e dopo poco più di 1h del volo EZY253 con Boeing 737 Easy Jet delle h11, alle h12,20 atterriamo molto dolcemente in un ventoso giorno di sole vicino ad Antrim sul Loch Neagh, non distante da Belfast. La prima cosa che, come sempre, ci ha impressionato oltre alla luminosità incredibile, è che l’Irlanda è verde-verde-verde, di tutti i colori del verde! E’ proprio l’isola di smeraldo!!! Pranziamo all’aeroporto di Belfast, poi prendiamo due auto a noleggio: Mauro, Vale, Fil, Roby e Vero vanno a nord verso Londonderry, mentre io ed Alan andremo a Belfast e poi a sud verso Hillsborough, Newry, Dundalk, Drogheda, fino all’aeroporto di Baile Atha Cliath a Dublin per prendere Jean, che ieri ha trovato l’ultimo posto libero come studente del Conservatorio (?!?) ed arriverà alle h15 circa. Tra una cosa e l’altra io ed Alan riusciamo a partire solo alle h14 ma alle h16,30 finalmente siamo all’aeroporto (che è grandissimo!) e dopo quasi 20’ per rintracciare Jean lo troviamo grazie ad un’insegna luminosa rossa della Avis... Baci, abbracci & parolacce e infine io, Alan e Jean decidiamo di evitare il gran traffico dell’ora di punta e optiamo per la vecchia strada nazionale che da Slane porta a Carrymacross, Monaghan (stupenda!), Omagh, Strabane, Derry e infine Limavady. Il viaggio è un bellissimo e pittoresco su e giù per le colline dell’Irlanda del centro e nordest, rurale, non turistico, e verdissimo! E nella luce del tramonto ora riesco proprio a comprendere come questo sia il luogo preferito delle favole, delle leggende, dei miti del grande Nord dove, se ci credi, si possono incontrare per davvero e ovunque, gli gnomi, le fate, i folletti, le streghe… Ma il viaggio è anche estremamente faticoso per Alan che, portandoci a destinazione, si dimostra ancora una volta un vero grande eroe!!! Alle h21 siamo finalmente nella pizzeria Roma (!) di Limavady dove ci riempiamo lo stomaco prima di suonare al Roebock Inn. Su tutti i manifesti della città e sui pieghevoli tascabili del festival c’è Jean che suona il flauto tenore al Samonios (il grande Capodanno Celtico di Milano che di solito si svolge nel parco adiacente del Castello visconteo-sforzesco): meno male che ora è qui! INCREDIBILE!!! Ho sentito che ha promesso ad Alan una cena nel migliore ristorante di Lodi la prima volta che verrà in Italia! Il Roebock Inn è un gran bel pub, ma non ha un posto speciale per la musica e nonostante molta gente ed un bel viavai, non c’è proprio il pubblico delle grandi occasioni… Per fortuna diventiamo amici di Steven, il fonico (che viene soprannominato subito MacMorlott!), il quale ci aiuta molto e diventa il nostro primo grande fan ufficiale qui nell’Ulster. Il programma era stato nel frattempo studiato apposta per un pub: “Merrily + Blarney, La jument, Willafjord + Barrowburn reel, Yaya, Galizian carol, Lark in the morning set, Galeazz, Bourreès du Morvan, Fairy dance set, I still haven’t found, Montanha negra + Baga marcha, Calliope house set, Il cielo d’Irlanda, Hornpipes + Brenda, Tarantella set, Je mene les loups, Lucky seven set, Dessedàss liber” ed a grande richiesta “Drowsy Maggie + Toss the feathers” come bis! Noi suoniamo molto bene e col solito “tiro”: il morale non è granché, ma ad ogni modo vendiamo dischi, scontiamo magliette, prendiamo contatti per i prossimi concerts. Alla fine stanchi morti andiamo al Gorteen House, un grande hotel principesco (!!!) immerso nella campagna fuori Limavady: meravigliosi tappeti ovunque, poltrone e divani in pelle rossiccia, pianoforte a coda e dappertutto un’atmosfera ‘old style’ da epoca vittoriana! Quando arriviamo c’è addirittura una grande festa in corso, a cura del Rotary International!!! Io dormirò in un grande letto doppio ed Alan in un singolo nella camera 36, Fil con Vale alla 18, Vero nella 19, Jean nella 20, Roby e Mauro nella 21: il fatto che siamo di nuovo insieme al completo, questo meraviglioso hotel di lusso, la rara bellezza di questi luoghi, ci fanno comunque superare tutte le difficoltà.
Saturday October, 29
Risveglio h8: tipica colazione “Ulster fray” (frittura dell’Ulster, an heart attack on the plate!) a base di salsicce, bacon, uova, soda farl, potato cake, black pudding, pomodoro grigliato, caffè latte o tea, orange juice, pan carrè tostato, burro e marmellata di frutta… Roba da far urlare il fegato!!! Ovviamente ognuno di noi mangia come un vero lupo! Poi tutti in giro sotto una pioggerella insistente a visitare Limavady, bella e colorata cittadina capoluogo della Roe Valley. Ad un certo punto della Main Street c’è una targa azzurra circolare che ricorda l’abitazione di Jane Ross (1810-1879), la quale raccolse dal violinista ambulante cieco Jimmy McCurry la celebre canzone folk “Londonderry air”, conosciuta in tutto il mondo dai più come “Danny boy”. Peccato che dopo un’ora l’abbiamo già vista tutta, per cui si decide di andare insieme a Londonderry (per i protestanti), la città più grande qui vicino che si trova a circa 25km. Dopo che Alan ha parlato con George Murphy, l’organizzatore del festival col quale concordiamo l’orario del prossimo concerto, verso mezzogiorno andiamo a fare i turisti! Derry (per i cattolici) prende il nome dal gaelico antico ‘doire’ (querceto), e si trova su una collina al centro di una valle nei pressi dello sbocco del fiume Foyle, nel mare del Nord. Visto che per ora non piove più, io, Alan e Jean andiamo a fare il giro delle sue vecchie e impressionanti mura scure. Tra le fortificazioni urbane meglio conservate d’Europa, questi muraglioni sono alti fino a 6mt e spessi in qualche punto anche 9mt! Nel 1689 per 105 giorni resistettero alle cannonate ed agli assalti delle truppe cattoliche di re Giacomo II contro le truppe protestanti. Nella cattedrale di San Colomba è ancora conservata un palla cava di mortaio che conteneva le condizioni della capitolazione, ma la risposta dei protestanti fu “No surrender” (niente resa), frase usata ancora oggi dai Lealisti. La città venne soccorsa infine dalla flotta inglese di Guglielmo III d’Orange, che portò viveri agli assediati ormai allo stremo: dei 20.000 abitanti, 7.000 morirono infatti tra gli stenti e la fame! Riusciamo a percorrere circa un quarto dell’antica cinta e, ad un certo punto dei bastioni, sulla collina oltre il Bishop’s Gate, vediamo perfettamente dall’alto nella luce incredibile di questo luogo, ‘Bogside’, il quartiere cattolico dove nel 1972 vennero uccisi 13 dimostranti nel corso della Bloody Sunday (celebrata anche dagli U2!). Questo luogo fu protagonista dei “troubles”, dove per tre anni nemmeno le truppe dell’esercito inglese riuscirono a penetrare!!! Sui muri ciechi delle case immensi murales colorati, tra cui il celebre “You are enter in the free Derry”, annunciano la loro appartenenza religiosa e politica. Dopo un cappuccino caldo ed una visita in un negozio di musica del centro (dove Jean compra 2 spartiti per tin whistle con 4 cd, al prezzo assolutamente conveniente di 25£!), verso le h14,30 cantando tra di noi “Oh, Danny boy”, siamo di ritorno a Limavady dove, causa la pioggia insistente ed il vento forte, decidono di farci suonare all’Owen’s, un altro bellissimo storico pub della città con tavoli di spesso legno scuro ed un bellissimo vecchio camino. Suonando in acustico facciamo una session tra di noi con brani prevalentemente strumentali, ma inserendo anche qualche novità: “Merrily + Blarney, Willafjord + Barrowburn reel, Galizian carol, An dro set 1789 + Breizh, Wedding + Mooncoin jig, Hornpipes + Brenda, Tarantella set, Fairy dance set, Lark in the morning set, New brando set, Calliope house set, Music for a found harmonium, Fandango e Drowsy Maggie + Toss the feathers” e infine Veronica canta “Il cielo d’Irlanda”! Tra gli avventori che si danno il cambio per sentirci, in un tavolo vicino a noi ci sono 4 donne tra i 20 ed i 50 anni: giurano che stasera verranno a vederci!!! Alla fine tutti i numerosi presenti dell’Owen’s ci salutano come fossimo parenti e s’informano sulla nostra esibizione di stasera: non avremmo mai immaginato un successo simile per una suonata che noi avremmo solo definito poco più che una prova! Sono ormai le h17 e dopo un salto nell’affollato negozio di fish and chips, torniamo nel meraviglioso Gorteen House per un necessario riposo prima del concerto serale. Nel frattempo si sta celebrando il banchetto di un pomposo matrimonio, ma Fil e Vale vanno dritti al pianoforte a coda (Yamaha) nella hall e preparano due canzoni da fare al volo per far cantare il pubblico stasera: “The importance of being idle” degli Oasis e la bellissima e recentissima “Fix you” dei Coldplay! Non hanno niente a che vedere col nostro repertorio, ma faranno compagnia a “I still haven’t found” che nella nostra versione ieri è stato un vero successone! Essendo attuali e famose, oltre che originali in quanto suonate con i nostri antichi strumenti, infiammeranno certamente gli animi dei presenti che, ci dicono, affolleranno il Corner’s pub, il più grande di Limavady. Alle h19 circa tutti giù accanto al piano a coda nella hall del Gorteen per provare insieme per più di 1h questi due nuovi pezzi che tra poco faremo in prima assoluta dal vivo! Ci stiamo prendendo l’ennesimo grande rischio, ma in questo gruppo siamo fatti così: per andare avanti abbiamo bisogno di novità e di alta tensione! E comunque sia, non ci posso credere!!! Dopo una cena a base di qualsiasi cosa, ma con il curry piccante e tra risate da scoppiare per le sciocchezze proferite, alle h22 siamo pronti sulla pedana del Corner’s pub per il nostro ultimo concerto a Limavady. Stavolta c’è davvero molta gente e la Guinness nelle pinte scorre a fiumi: una si rovescia proprio sotto la postazione delle percussioni di Vale, ma arriva il barman con un moccio vileda e in breve pulisce tutto, mentre Steven (MacMorlott, lo stesso fonico di ieri sera) ha già sistemato ogni cosa con la disposizione che già conosceva. Stranamente iniziamo il nostro concerto nervosi e con un po’ di incertezza: in effetti ci giochiamo l’Ulster questa sera! Dopo una interruzione imprevista per far suonare 2 pezzi a 2 pipers scozzesi, il programma ha visto: “Merrily + BlarneyLa jument, Willafjord + Barrowburn reel, Yaya, Galizian carol, The importance of being idle, Wedding + Mooncoin jig, I still haven’t found, Fairy dance set, Fix you, Hornpipes + Brenda”… Pausa per un’altra pinta di Guinness: c’è un pubblico eterogeneo, che sembra gradire con molto interesse la nostra esibizione, ma sembra che non sappiano ballare queste danze nè conoscano particolarmente bene questa musica?!? In effetti qui sono ancora molto… english!!! INCREDIBILE!!! “Galeazz, Tarantella set, Il cielo d’Irlanda, Music for a found harmonium, Ol pàl, Lark in the morning set, I still haven’t found (ancora, e cantata anche dai presenti a squarciagola!), Drowsy Maggie + Toss the feathers, Dessedàss liber”… Ad ogni modo Steven dice che va tutto bene, sembra proprio soddisfatto e, a nome del Comitato del festival, ci propone e ci definisce “a very brilliant band”! Chissà se ci vedesse nei nostri momenti migliori!!! Tutto il pubblico presente ci chiama ancora fuori per un “more” finale, ma concediamo solo “Greenlands”, perché subito dopo Mauro, Vale, Roby, Jean e Vero dovranno viaggiare fino all’alba per raggiungere l’aeroporto Baile Atha Cliath a Dublin dove, una volta consegnata la loro auto, aspetteranno l’aereo delle h7,20 per tornare a Milano Linate. Ci salutiamo sul marciapiede del Corner’s pub e siamo tutti un po’ tristi perché anche per questa volta, purtroppo, è già finita. Io, Alan e Fil (che domani partiremo per Belfast e poi Dublin), rientriamo nel Corner’s pub: questa sera qui siamo considerati come delle “stars” e mentre conosciamo un sacco di gente nuova che ci chiede di raccontare la storia di questo gruppo, beviamo almeno altre 2 pinte di Guinness a testa, prima di tornare a notte fonda al Gorteen House e sprofondare nei suoi morbidi grandi letti per un, credo proprio, più che meritato sonno!
Maurix.

 

 
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